Vi siete mai chiesti come nascano i trend? Com’è che durante le sfilate alcuni marchi propongono cose similissime? Alexander Wang, Raf Simons e Miuccia si trovano qualche mese prima degli show e si mettono d accordo? Spionaggio industriale?

Chi definisce i trend sono le agenzie di trend forecasting, cioè di ricerca di tendenze. Una trentina in tutto il mondo, quasi tutte a Londra, Parigi e New York ma ora anche in Brasile, Nord Europa e Asia, questi uffici prevedono le tendenze, analizzano quello che c’è sul mercato e vendono le loro previsioni e analisi alle aziende di moda.

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Le agenzie hanno dei corrispondenti sul campo, sparsi in tutto il mondo per capire cosa ci circonda, non solo nel campo della moda, ma anche dell’arte, del cinema, del design, del cibo. Gli esperti di moda, i sociologi, psicologi, esperti di colore e così via analizzano poi le tendenze e compongono dei «cahiers de tendences», che descrivono quello che andrà di moda di anno in anno, o addirittura ben più in là (fino a 36 mesi). Vengono individuati quattro  macro-temi per stagione, grazie ai quali ci ispira per tutto, dal taglio dei vestiti al loro colore.

Vi ricordate Meryl Streep che massacra Anne Hathaway a proposito del suo maglioncino ceruleo?

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«Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo [la moda] non abbia niente a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent, se non sbaglio, a proporre delle giacche militari color ceruleo. E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l’hai pescato nel cesto delle occasioni. Tuttavia quell azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda quindi in effetti indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti… in mezzo a una pila di roba»

Insomma, forse il colore del maglione della poveretta era in un report di tendenze (e come ci fa notare IntotheFashion Prada ha poi effettivamente mandato in passerella il maglione in questione per la Fall/Winter 2010. Ironia?).

Il colosso del trend forecasting è WGSN, l’agenzia che si è fusa con Stylesight ed è stata venduta a Emap nel 2005 per 140 milioni di sterline. Wgsn fornisce report a circa 6000 case di moda, tanto che il suo stesso fondatore ha dichiarato che i designer non creano più niente perché si affidano troppo a questo tipo di servizi e in Un articolo su Businessoffashion spiega che i trend hanno vita talmente breve e condizionata da social media, celebrities e blogger che non ha nemmeno più senso pubblicare i quaderni di tendenze annuali.

Anche Alexa Chung ha indagato su WGSN nella sua serie “Future of Fashion” con Vogue UK


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Le persone però seguono i trend e ci sono anche quei pochi che li influenzano, dice WGSN: gli innovativi, quelli che danno vita ai trend, vanno dal  2% al 5% della popolazione mondiale.  Seguono gli “early adopters”  (dal 5% al 20% della popolazione) e i trendsetters (dal 20% al 50% della popolazione). Infine, il pubblico mainstream (il restante 50%).

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WGSN’s Key Colours Pre-Summer 16 – Apparel by Lizzy Bowring

Ovviamente le cose si sono complicate con la flessibilità di marchi come Zara, H&M, Topshop etc, che hanno bisogno solo di due settimane per mettere in negozio un capo esistente solo su carta. Bisogna quindi essere veloci e rispondere alle esigenze del mercato, con collezioni speciali, capsule collection per le feste, collaborazioni.

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Céline Spring/Summer 2015 vs Zara Fall 2015

Ma i trend possono morire?  Il vice presidente di WGSN, Leticia Abraham afferma che è impossibile. Abbiamo bisogno della moda per esprimerci e finché ci saranno le persone i trend esisteranno.

Insomma, tutto questo per dirvi che fare la trend forecaster è il sogno della mia vita. E’ da quando ho 14 anni che lo dico, sono anni che mando curriculum a tutte le agenzie del mondo. Quando Vilislava Petrova, trend forecaster prima di WGSN, poi di Converse, è venuta al mio corso estivo al FIT di New York per tenere una lezione la mia mente ha fatto clic.

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Questo è il suo portfolio online, sono passati due anni da che l’ha pubblicato e ancora lo guardo (è un’esperta di colore).

Ecco alcuni esempi interessanti di quello che fa WGSN come analisi di tendenze: sareste in grado di fare lo stesso?

CHIAMAMI WGSN!!!

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6 Commenti

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  1. Rossana

    20/01/2018 alle 8:45 PM

    Interessantissimo questo articolo, Giulia!
    Non lavoro nel settore moda ma mi ha sempre affascinato.
    Ogni giorno mi confermi che seguirti è una scelta giusta, s’impara sempre qualcosa e la tua modalità di divulgazione rende i tuoi post accattivanti e mai banali.
    Ti auguro di realizzare il tuo sogno, la passione che hai per questo mondo è tangibile.
    baciniii

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  2. maria

    05/12/2015 alle 10:38 PM

    più che le case di moda sono le case che producono tessuti a lanciare i trend, le fiere tessili sono quelle che danno il “la” alle tendenze, solitamente le tendenze si incastrano su quelle dell’anno prima e man mano sfumano quando il pubblico è ormai saturo, ma non tutte le case assoldano le agenzie di forecast, solo quelle molto importanti e grandi e poi esiste sì lo spionaggio industriale, anche nella moda…
    per quanto riguarda il low cost va detto che lì ci si limita a “prendere ispirazione” dalle grandi case o al limite a studiare le vendite e i trend che hanno proposto gli influencer, sicuramente posso assicurarti che è un lavoro molto meno faticoso rispetto a quello delle maison
    comunque bisogna vedere tanti fattori, la previsione dei trend è abbastanza complessa e imprevedibile in realtà, perchè influenzata da fattori che sfuggono al nostro controllo come eventi socio politici ecc

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  3. Maria L.

    25/11/2015 alle 11:22 AM

    Bellissimo post! Io studio psicologia ma ho ancora pochissime idee su quello che voglio fare da grande.. dici che hanno bisogno di noi nel mondo della moda? ahahah magari!!!

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  4. Valentina

    24/11/2015 alle 10:49 PM

    Bellissimo, super interessante! Sto cercando spunti per la mia futura tesi, quindi ogni cosa è utile!
    In bocca al lupo 🙂

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  5. Alice

    24/11/2015 alle 2:21 PM

    Stupendo questo post!!! Ti auguro di realizzare il tuo sogno tra l’altro! Brava

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